Posizione e orografia: La Necropoli etrusca di Norchia e l’altopiano su cui sorge l’abitato medievale si trovano in località Cinelli, alla confluenza dei Fossi Pile, Acqualta e Biedano, al confine tra il territorio del Comune di Vetralla e quello del Comune di Viterbo, coprendo un’area di oltre 20 ettari. Per arrivare al parcheggio e all’ingresso dell’area archeologica, si esce da Vetralla seguendo la S.S. 1 Aurelia Bis per 8,4 km e si svolta a destra sulla Strada S. Vivenzio. Arrivati alla fine della strada si è già in località Cinelli, si svolta a sinistra e si prosegue sulla strada, sempre più sterrata, fino ad arrivare al parcheggio incustodito. Si prosegue a piedi sull’unico sentiero e si scende in una profonda forra percorsa dal Fosso Pile. Le tombe monumentali sono scavate nella pareti rocciose tra i fosso Pile (alcune si incontrano già alla discesa), il promontorio e la valle del Fosso Biedano che scorre sul lato opposto dello sperone roccioso. Salendo sullo sperone, si incontrano un colombario e alcune altre tombe. Sulla sommità, percorsa da un tratto ben visibile della Clodia, doveva sorgere l’antico abitato di Orcla (nome incerto), oggi scomparso. Rimangono, alle due estremità del plateau, i ruderi della Chiesa di S. Pietro e del fortilizio dei Prefetti di Vico. Più lontano, oltre la Valle dell’Acqualta, si trova il complesso delle c.d. tombe doriche e la Tomba Lattanzi, oggi in fase di studio e non visitabile perchè all’interno del Poligono Militare di Monteromano.
Tipologia dei monumenti: Grandiose tombe risalenti al periodo di massimo splendore di Orcla (IV-III secolo a.C.) costellano le vallate dei tre fossi. Tombe a facciata e a finta facciata, a volte con tracce di intonaco dipinto e spesso con camera ipogea, si alternano a enormi tombe a semidado con terrazza e doppia rampa di scale. Particolarmente rilevanti sono la “Tomba delle tre teste”, dalle tre protomi sporgenti dall’architrave della porta, la “Tomba prostila” a dado, con portico addossato alla facciata , la “Tomba del Camino” , così detta per la “cappa” scolpita sulla facciata, il complesso delle Tombe Smurinas (dal nome della famiglia proprietaria, ritrovato sui sarcofagi rinvenuti al loro interno) e la tomba di Vel Ziluse.
Notevoli, inoltre, le Tombe a tempio (o doriche), dotate di edicole a rilievo rassomiglianti piccoli templi, con colonnati sovrastati da un fregio dorico alquanto rovinato. La Tomba Lattanzi, attualmente in fase di scavo da parte dell’équipe francese dell’Università Paris 1 Pantheon Sorbonne, doveva presentare una facciata a due piani sovrapposti, aperta anteriormente su un portico. Un fregio dorico con grifi e piante, ancora parzialmente visibile, correva lungo la trabeazione del portico. Sul fondo della facciata doveva essere scolpita la tradizionale finta porta. Da due sarcofagi ritrovati al suo interno nell’Ottocento, si conosce il nome della famiglia proprietaria: Churcle. La chiesa di S. Pietro, romanica, di cui si ha notizia dal IX secolo, deve essere stata inglobata nel borgo fortificato voluto da Papa Adriano IV, che ebbe vita breve e stentata nel Medioevo e che, passato sotto i Prefetti di Vico e dotato di un castello (di cui restano rovine), fu distrutto nel 1435.
Stato di conservazione del sito: Discreto. Le facciate delle tombe, esposte agli elementi, sono largamente deteriorate, ma le forme architettoniche dei monumenti rimangono ben riconoscibili. Straordinaria è la presenza di intonaco dipinto su alcuni gruppi di tombe famose (Smurinas; Tombe doriche). Alcune tombe sono ben ripulite e recintate, altre, minori, sono immerse in una fitta vegetazione, principale nemico del visitatore e pertanto difficilmente rintracciabili. La chiesa di S. Pietro, in rovina come tutto l’abitato medievale, è ancora riconoscibile per l’abside tripartita e si può accedere al piano della cripta, scoperchiato in quanto il pavimento della navata è crollato. Particolarmente ben conservato è il percorso della Clodia, che, provenendo da Blera, attraversava l’abitato correndo sulla cresta del pianoro, in diversi punti scavata nella viva roccia, oltrepassando il portale (conservato) e proseguendo verso Nord.
Accessibilità: Accesso libero. Sebbene agevolmente raggiungibile in auto, L’area archeologica copre oltre 20 ettari tra pareti rocciose, bosco e sentieri spesso fangosi. Si consiglia la visita ad escursionisti esperti, in gruppo, con abbigliamento e calzature adatti.
Segnaletica: Presente. Cartelli stradali per Necropoli etrusca di Norchia; segnaletica CAI (sentiero 105); cartelli in legno all’interno dell’area archeologica indicanti il percorso verso le tombe principali. SEGNALATO SU GOOGLE MAPS.
Carta archeologica/tabellone informativo: Tabelloni con descrizione e carta archeologica e cartelli indicanti i monumenti posizionati in situ a cura della Soprintendenza Archeologica e per le Belle Arti della Provincia di Viterbo ed Etruria meridionale.
Antica Via di appartenenza: Via Clodia. Il Percorso della Clodia, chiaramente visibile sul pianoro ove sorgeva l’abitato, collegava Orcla, piccolo centro dell’entroterra, agli abitati di Blera a S.E. e Tuscania a nord.